Al termine dell’ultima amichevole, partita stravinta contro i ragazzi del SUEM, i Nostri fecero sbilanciare il Bravo Cronista a dichiarare la squadra “sicuramente tra le tre o quattro maggiormente favorite per la vittoria finale al prossimo Torneo del Giglio”.
E così è stato. Tra le tre o quattro ci siamo anche noi; peccato che le altre tre abbiano fatto meglio e siano arrivate prima seconda e terza, e a noi sia rimasto solo il quarto posto. Ma se contro il Campagnolo si poteva recriminare, dopo la partita di stasera no. Siamo onesti: un cinque a zero che ci sta tutto.
Subito la formazione, evitando i voti per non cancellare per usura il tastino del 4 sulla tastiera premendolo troppe volte durante la scrittura!
Paolo in porta: non fa nulla per evitare quattro gol e ne regala uno agli avversari.
Fede e Loris centrali: pérdono subito di vista gli avversari, lasciando loro decine di metri di spazio.
Fil e Q tornanti: corrono come dannati ma coprono poco e crossano raramente.
Bizz e D’Incà a centrocampo: nessun filtro sulle ripartenze ospiti e scarsi rifornimenti in avanti.
Beppe e Andrea Latte in attacco: il portiere avversario ci ha chiesto perché abbiamo giocato in sette…
In panchina all’inizio Pietro, Mario, Francesco e Manoel: spesso chi entra a partita iniziata toglie le castagne dal fuoco alla squadra… spesso, oggi no.
Orso: per chi scrive, migliore in campo. Copre, e con lui in campo da quella fascia non passano; e quando spinge lo fa con discreta precisione.
Mister Mina: non è Mourinho, ma come guardialinee non se la cava poi tanto male.
Detto questo, la cronaca. Che consiste nel narrare cinque gol subìti e sterili tentativi di rimonta a metà del secondo tempo, tra il terzo e il quarto gol dei vincitori.
Alla partenza Paolo deve urlare per sovrastare “Knockin' on Heaven's Door” suonato a tutto volume alle sue spalle e richiamare all’attenzione i distratti difensori biancorossi. Infatti, sul primo cross in area i due centrali vengono scavalcati e dopo un rimpallo c’è subito l’uno a zero ospite. Paolo? Canticchiava Bob Dylan e non era ancora entrato in partita.
Passano dieci minuti e l’ennesimo lancio non controllato dai centrocampisti buca la difesa; l’attaccante verde ringrazia e segna su Paolo in innocua uscita. Il ringraziamento non viene sentito perché il difensore più vicino è a più di dieci metri!
Fine del primo tempo. La cronaca sopra descrive anche le nostre azioni di attacco. Zero!
Secondo tempo. Non si riesce a uscire dalla nostra metà campo. Su un tiro dal limite dell’area, Paolo pensa bene di farsi sfuggire il facile pallone e regalarlo così all’avversario più vicino. Riesce poi, con inaudita bravura, a respingere la ribattuta, ma i nostri difensori osservano la scena col binocolo e l’attaccante riprende il pallone e al terzo tentativo insacca. Paolo richiama i propri difensori a maggiore attenzione, ma certi regali agli avversari vanno osservati, appunto, con il binocolo!
Iniziano cinque minuti in cui il NOi gioca come sa. Orso sulla destra spinge, e si vede qualche piacevole triangolo attorno alla metà campo. Un tiro di Beppe dai trenta metri passa anche discretamente vicino alla traversa. Poi su un cross dalla sinistra, a portiere scavalcato, Bizz solo nell’area avversaria non riesce a tirare ma solo ad accarezzare il pallone che rotola lento lento verso la porta, fino ad essere preda del portiere in tranquillo recupero.
Proprio su un rilancio del portiere terminano i cinque minuti di euforia dei nostri. L’ASCA trova il quattro a zero scavalcando la difesa e presentando nuovamente un uomo solo davanti a Paolo. Che si guarda bene dal riuscire a fare il suo ruolo, cioè parare quando la difesa si fa scappare l’avversario.
Poi gli assassini di S.Agostino triangolano piacevolmente sulla loro sinistra, non trovano la prevedibile opposizione, penetrano in area fino a smarcare un giocatore solo soletto davanti alla porta pronto a insaccare. Gol umiliante, bisogna ammetterlo, per la semplicità con cui hanno giocato gli sconsiderati.
Giunge infine il triplice fischio di Feo l’Arbitro a far terminare l’incubo per i padroni di casa.
Scusanti? Numerose, e tutte valide. La musica a tutto volume nel primo tempo. La stanchezza della partita il giorno precedente. Il sole negli occhi. Ovviamente l’arbitro. Il pubblico che non ha debitamente sostenuto la squadra (il solo Giuge, che ha abbandonato per scoraggiamento all’inizio del secondo tempo). Ma soprattutto: siamo dei Signori. Organizziamo un torneo? Non sia mai detto che lo si vince: e l’ospitalità, dove la mettiamo?