giovedì 11 giugno 2009

NOi – ASCA S.AGOSTINO / 10-giu-2009

Al termine dell’ultima amichevole, partita stravinta contro i ragazzi del SUEM, i Nostri fecero sbilanciare il Bravo Cronista a dichiarare la squadra “sicuramente tra le tre o quattro maggiormente favorite per la vittoria finale al prossimo Torneo del Giglio”.

E così è stato. Tra le tre o quattro ci siamo anche noi; peccato che le altre tre abbiano fatto meglio e siano arrivate prima seconda e terza, e a noi sia rimasto solo il quarto posto. Ma se contro il Campagnolo si poteva recriminare, dopo la partita di stasera no. Siamo onesti: un cinque a zero che ci sta tutto.

Subito la formazione, evitando i voti per non cancellare per usura il tastino del 4 sulla tastiera premendolo troppe volte durante la scrittura!

Paolo in porta: non fa nulla per evitare quattro gol e ne regala uno agli avversari.

Fede e Loris centrali: pérdono subito di vista gli avversari, lasciando loro decine di metri di spazio.

Fil e Q tornanti: corrono come dannati ma coprono poco e crossano raramente.

Bizz e D’Incà a centrocampo: nessun filtro sulle ripartenze ospiti e scarsi rifornimenti in avanti.

Beppe e Andrea Latte in attacco: il portiere avversario ci ha chiesto perché abbiamo giocato in sette…

In panchina all’inizio Pietro, Mario, Francesco e Manoel: spesso chi entra a partita iniziata toglie le castagne dal fuoco alla squadra… spesso, oggi no.

Orso: per chi scrive, migliore in campo. Copre, e con lui in campo da quella fascia non passano; e quando spinge lo fa con discreta precisione.

Mister Mina: non è Mourinho, ma come guardialinee non se la cava poi tanto male.

Detto questo, la cronaca. Che consiste nel narrare cinque gol subìti e sterili tentativi di rimonta a metà del secondo tempo, tra il terzo e il quarto gol dei vincitori.

Alla partenza Paolo deve urlare per sovrastare “Knockin' on Heaven's Door” suonato a tutto volume alle sue spalle e richiamare all’attenzione i distratti difensori biancorossi. Infatti, sul primo cross in area i due centrali vengono scavalcati e dopo un rimpallo c’è subito l’uno a zero ospite. Paolo? Canticchiava Bob Dylan e non era ancora entrato in partita.

Passano dieci minuti e l’ennesimo lancio non controllato dai centrocampisti buca la difesa; l’attaccante verde ringrazia e segna su Paolo in innocua uscita. Il ringraziamento non viene sentito perché il difensore più vicino è a più di dieci metri!

Fine del primo tempo. La cronaca sopra descrive anche le nostre azioni di attacco. Zero!

Secondo tempo. Non si riesce a uscire dalla nostra metà campo. Su un tiro dal limite dell’area, Paolo pensa bene di farsi sfuggire il facile pallone e regalarlo così all’avversario più vicino. Riesce poi, con inaudita bravura, a respingere la ribattuta, ma i nostri difensori osservano la scena col binocolo e l’attaccante riprende il pallone e al terzo tentativo insacca. Paolo richiama i propri difensori a maggiore attenzione, ma certi regali agli avversari vanno osservati, appunto, con il binocolo!

Iniziano cinque minuti in cui il NOi gioca come sa. Orso sulla destra spinge, e si vede qualche piacevole triangolo attorno alla metà campo. Un tiro di Beppe dai trenta metri passa anche discretamente vicino alla traversa. Poi su un cross dalla sinistra, a portiere scavalcato, Bizz solo nell’area avversaria non riesce a tirare ma solo ad accarezzare il pallone che rotola lento lento verso la porta, fino ad essere preda del portiere in tranquillo recupero.

Proprio su un rilancio del portiere terminano i cinque minuti di euforia dei nostri. L’ASCA trova il quattro a zero scavalcando la difesa e presentando nuovamente un uomo solo davanti a Paolo. Che si guarda bene dal riuscire a fare il suo ruolo, cioè parare quando la difesa si fa scappare l’avversario.

Poi gli assassini di S.Agostino triangolano piacevolmente sulla loro sinistra, non trovano la prevedibile opposizione, penetrano in area fino a smarcare un giocatore solo soletto davanti alla porta pronto a insaccare. Gol umiliante, bisogna ammetterlo, per la semplicità con cui hanno giocato gli sconsiderati.

Giunge infine il triplice fischio di Feo l’Arbitro a far terminare l’incubo per i padroni di casa.

Scusanti? Numerose, e tutte valide. La musica a tutto volume nel primo tempo. La stanchezza della partita il giorno precedente. Il sole negli occhi. Ovviamente l’arbitro. Il pubblico che non ha debitamente sostenuto la squadra (il solo Giuge, che ha abbandonato per scoraggiamento all’inizio del secondo tempo). Ma soprattutto: siamo dei Signori. Organizziamo un torneo? Non sia mai detto che lo si vince: e l’ospitalità, dove la mettiamo?

martedì 9 giugno 2009

NOi – CAMPAGNOLO / 9-giu-2009

Polli? Sfortunati? Scarsi?
Quale di questi tre aggettivi esprime meglio le caratteristiche della Gloriosa squadra del NOi S.Antonio, immeritatamente sconfitta per uno a zero nella semifinale del torneo del Giglio?
Ai lettori la risposta. Il Bravo Cronista cercherà solo, per quanto possibile, di riportare il più fedelmente e imparzialmente possibile la cronaca della partita. Andiamo a incominciare.
Partita dominata dal NOi, ma vinta dal Campagnolo. Punto.
Non è abbastanza imparziale? Va bene, può essere… vediamo di entrare maggiormente nei dettagli.
L’inizio è fissato per le 19:30. Per la prima volta in carriera, mister Mina impugna gessetti e lavagnetta per spiegare agli ingenui giovanotti che compongono il Team un po’ di tattica. Essendo la prima volta, e dovendo il coach recuperare il tempo perduto, la lavagnetta misura due metri per tre. Non essendo ritenuto pratico portarla in campo, è l’intera squadra a recarsi in Sede per ascoltare la Parola dalla bocca di Mina I.
Le crocette di gesso disegnate da Mina sulla lavagna indicano un Beppe davanti alla difesa a far da regista, e un Donato a giganteggiare come centravanti. Il capovolgimento di ruoli non porterà (lo vedremo in seguito) i risultati sperati. Più vicina alle consuete abitudini il resto della formazione, anche se i due centrali Loris e Q, affiancati da due terzini di spinta Fede e Fil, sono una discreta novità. Come sorprende Andrea Latte posto all’ala destra; Albertone all’ala sinistra potrebbe sorprendere solo chi non ne conosce le eclettiche doti, mentre la conferma di Paolo in porta potrebbe sorprendere solo chi non sa che è l’unico portiere che abbiamo.
Questo è l’inizio. Da dire subito che le crocette sulla lavagna sono una cosa, mentre il rispetto della posizione in campo è tutt’altra faccenda. Citiamo Andrea Latte che dall’ala destra retrocede fino al terzino sinistro, o Donato che muove le sue lunghe leve per tutto il centrocampo (forse alla ricerca di una posizione più consona?); ma gli altri componenti della squadra svolgono diligentemente il compitino e, tutti assieme, per tutto il primo tempo non fanno veder palla ai verdi avversari.
Anzi, ci provano a impensierire gli infedeli nemici, ma con scarsi risultati. Il fumo c’è, ma manca l’arrosto: Donato non tocca un pallone crossato dall’ala che a venti centimetri dalla linea di porta chiedeva solo di essere deviato in rete; Loris sfiora di millimetri l’incrocio dei pali su punizione, così da farsi prendere dalla rabbia e sfiorare nuovamente il gol con un tiro dalla nostra metà campo!
I Campagnolensi giocano, ma raramente distraggono Paolo dai suoi pensieri libidinosi provocati dalla folla che assale la cinquantennale Festa del Giglio. Nel primo tempo le ginocchia del nostro portierone non toccano mai terra e gli unici palloni giunti dalle sue parti sono innocui retropassaggi o lanci troppo lunghi dei centrocampisti ospiti.
Nel secondo tempo le danze non cambiano. Cambiano i ballerini, in quanto entrano in campo nella nostra squadra i vari D’Incà, Pietro, Orso, Mario e Manoel. Anche il possente centravanti avversario viene sostituito da un occhialuto compagno, per poi venire espulso per doppia ammonizione e pagando lui per tutta una squadra un po’ troppo fallosetta (…i segni dei tacchetti sulle gambe di Q e di Loris sono marchi indelebili, per mezzo dei quali i RIS di Parma risalirebbero in un batter d’occhi ai colpevoli).
Ma il Campagnolo, sconfitto in amichevole pre-torneo, aveva giurato vendetta e così il fattaccio si compie. Su uno dei tanti falli inventati dall’arbitro dall’una e dall’altra parte, il forte tiro del centravanti del Campagnolo (…o di Pertile? la memoria inganna) è preda certa di Paolo in gradevole tuffo, ma un gomito di Bizz posizionato in barriera devia la palla per l’uno a zero ospite, al primo tiro in porta.
Apriti cielo! I nostri si riversano in attacco. Dopo i due gol sfiorati nel primo tempo, nella seconda metà gara le occasioni si moltiplicano: prima e dopo del gol dello svantaggio e prima e dopo dell’espulsione del troppo esuberante attaccante avversario. Ma ancora non portano a nulla di concreto. Possiamo citare Bizz, che raccolto a due metri dalla porta un cross dalla sinistra schiaccia a terra di testa, viene respinto dal portiere, riprende ma incredibilmente spara alto. Oppure Fede, che sfiora i pali in due occasioni su punizione. Ancora Bizz riesce anche a colpire il secondo palo, ma il pallone torna in campo e nessuno è pronto a ribadire in rete. Il Dottor D’Incà, che per ben due volte si libera al tiro in maniera decisamente egregia: una volta fuori di niente e una volta respinto dal portiere.
Tra gli sbadigli di Paolo, che tocca il pallone tre volte di numero in tutto il secondo tempo e mai in occasioni pericolose, ci provano anche Q, Beppe, Donato, Loris… Cerca il gol anche Mario (un gol all’esordio ufficiale lo avrebbe giustamente premiato) e il rientrante Andrea Latte, ma senza fortuna. Ci provano anche Pietro, Fil, Manoel e Orso; ma nessuno con la precisione, e la fortuna, necessaria per pareggiare i conti.
Così, i biancorossi locali si inchinano al risultato del campo. Provano a ingannare gli avversari dicendo che chi perdeva l’incontro avrebbe disputato la finale per il primo posto, ma senza risultato... Disputeranno quindi la finalina per il terzo posto, invitando il pubblico a sostenerli maggiormente e sperando così di avere maggior fortuna ne
ll’ultima, decisiva, partita.

venerdì 5 giugno 2009

NOi – SUEM S.BORTOLO / 3-giu-2009

Sette a due. Che altro dire?

Siamo onesti: l’unica difficoltà della serata è stata quella di individuare il campo di gioco. L’unico tra di noi che avrebbe potuto supporne l’esistenza in quel posto sarebbe stato mister Mina, data la vicinanza del rettangolo in erba (erba?.... pochina) alla linea ferrata Vicenza Schio. Ma Mina I era assente, e quindi i nostri hanno atteso pazientemente il da farsi lungo una stradina stretta stretta, completamente occupata dalle nostre auto, chiedendosi dove sarà il campo da calcio. La conferma che lì c’era il campo e che lì si sarebbe giocato è arrivata alle 9 meno tre minuti. Fischio d’inizio fissato per le 9…

Precedentemente, quando la via dello “stadio” con i dubbi che ci avrebbe portato era ancora lontana da raggiungere, l’enigma era sulla presenza o meno dei dieci giocatori necessari per disputare la partita. La defezione annunciata dei due Mina, di Donato, di Dan, di Andrea Latte rendeva legittimo il dubbio. Dubbio poi fugato dalla presenza di Beppe e di Q (dati per assenti da qualcuno) e poi dall’arrivo di Donato; il quale, dopo aver ribadito ripetutamente con più persone che non ci sarebbe stato, è comparso in tutta la sua altezza al campo giusto in tempo per sostituire Manoel e segnare due gol importanti mentre si era sotto di uno a zero.

Comunque, terminato di smadonnarci contro l’uno con l’altro sulla responsabilità del mancato appuntamento con la squadra avversaria, finalmente aperti i cancelli i nostri si sono riversati nello spogliatoio denominato “ospiti”. Imitati poco dopo dai nostri avversari, in quanto lo spogliatoio denominato “locali” è rimasto caparbiamente chiuso per tutta la serata. Ovvio che la lotta tra le due squadre sia cominciata nell’indossare casacca e pantaloncini, e bisogna ammettere che i primi due atleti avversari avevano di che umiliare, sotto l’aspetto fisico, alcuni dei nostri… Ma nel calcio non vincono le misure ma chi segna di più, è quindi non c’è appello: sette a due, incarta e porta a casa.

È una grande fatica per chi scrive fare una cronaca anche solo parzialmente precisa. I nostri avversari, tutti infermieri del SUEM e della Cardiologia, sembravano in balia dell’anestesia che normalmente somministrano ai loro pazienti, ma che inspiegabilmente si devono essere rivoltati contro pochi minuti prima della partita (e questo spiegherebbe anche il tardato arrivo al campo). Ma il risultato si spiega anche con l’ottima forma della nostra squadra, sicuramente tra le tre o quattro maggiormente favorite per la vittoria finale al prossimo Torneo del Giglio.

Citiamo l’ottimo portiere Paolo (meraviglioso intervento in uscita quando il risultato era ancora in bilico per 2 a 1 per noi); l’eccellente difesa, inizialmente composta da Fil, Pietro e Orso, con Loris a sacrificarsi in panchina a dettare i cambi per poi entrare a rafforzare un muro già invalicabile per i sanitari avversari. Un centrocampo ubriacante con il dottor D’Incà, Bizz e Q; più Fede (migliore in campo) a umiliare gli avversari davanti alla nostra difesa per poi cercare ripetutamente, e quindi trovare, il gol. Un attacco da favola con Beppe e Manoel (il quale, a onor del vero, compie il tiro più pericoloso spazzando dal limite dell’area… verso la porta di Paolo, sfiorando la traversa di pochi centimetri) con il citato Donato a giganteggiare tra i rosa vestiti avversari.

Citazione d’onore per due “niù entri” Mario e Francesco, che hanno difeso la nostra panchina da zanzare, moscerini e bacherozzi vari come neanche i più quotati Sheva nel Milan o Cruz nell’Inter sanno fare.

Ma adesso sotto a chi tocca. Con il torneo comincia il calcio che conta!

Ciao