Sette a due. Che altro dire?
Siamo onesti: l’unica difficoltà della serata è stata quella di individuare il campo di gioco. L’unico tra di noi che avrebbe potuto supporne l’esistenza in quel posto sarebbe stato mister Mina, data la vicinanza del rettangolo in erba (erba?.... pochina) alla linea ferrata Vicenza Schio. Ma Mina I era assente, e quindi i nostri hanno atteso pazientemente il da farsi lungo una stradina stretta stretta, completamente occupata dalle nostre auto, chiedendosi dove sarà il campo da calcio. La conferma che lì c’era il campo e che lì si sarebbe giocato è arrivata alle 9 meno tre minuti. Fischio d’inizio fissato per le 9…
Precedentemente, quando la via dello “stadio” con i dubbi che ci avrebbe portato era ancora lontana da raggiungere, l’enigma era sulla presenza o meno dei dieci giocatori necessari per disputare la partita. La defezione annunciata dei due Mina, di Donato, di Dan, di Andrea Latte rendeva legittimo il dubbio. Dubbio poi fugato dalla presenza di Beppe e di Q (dati per assenti da qualcuno) e poi dall’arrivo di Donato; il quale, dopo aver ribadito ripetutamente con più persone che non ci sarebbe stato, è comparso in tutta la sua altezza al campo giusto in tempo per sostituire Manoel e segnare due gol importanti mentre si era sotto di uno a zero.
Comunque, terminato di smadonnarci contro l’uno con l’altro sulla responsabilità del mancato appuntamento con la squadra avversaria, finalmente aperti i cancelli i nostri si sono riversati nello spogliatoio denominato “ospiti”. Imitati poco dopo dai nostri avversari, in quanto lo spogliatoio denominato “locali” è rimasto caparbiamente chiuso per tutta la serata. Ovvio che la lotta tra le due squadre sia cominciata nell’indossare casacca e pantaloncini, e bisogna ammettere che i primi due atleti avversari avevano di che umiliare, sotto l’aspetto fisico, alcuni dei nostri… Ma nel calcio non vincono le misure ma chi segna di più, è quindi non c’è appello: sette a due, incarta e porta a casa.
È una grande fatica per chi scrive fare una cronaca anche solo parzialmente precisa. I nostri avversari, tutti infermieri del SUEM e della Cardiologia, sembravano in balia dell’anestesia che normalmente somministrano ai loro pazienti, ma che inspiegabilmente si devono essere rivoltati contro pochi minuti prima della partita (e questo spiegherebbe anche il tardato arrivo al campo). Ma il risultato si spiega anche con l’ottima forma della nostra squadra, sicuramente tra le tre o quattro maggiormente favorite per la vittoria finale al prossimo Torneo del Giglio.
Citiamo l’ottimo portiere Paolo (meraviglioso intervento in uscita quando il risultato era ancora in bilico per 2 a 1 per noi); l’eccellente difesa, inizialmente composta da Fil, Pietro e Orso, con Loris a sacrificarsi in panchina a dettare i cambi per poi entrare a rafforzare un muro già invalicabile per i sanitari avversari. Un centrocampo ubriacante con il dottor D’Incà, Bizz e Q; più Fede (migliore in campo) a umiliare gli avversari davanti alla nostra difesa per poi cercare ripetutamente, e quindi trovare, il gol. Un attacco da favola con Beppe e Manoel (il quale, a onor del vero, compie il tiro più pericoloso spazzando dal limite dell’area… verso la porta di Paolo, sfiorando la traversa di pochi centimetri) con il citato Donato a giganteggiare tra i rosa vestiti avversari.
Citazione d’onore per due “niù entri” Mario e Francesco, che hanno difeso la nostra panchina da zanzare, moscerini e bacherozzi vari come neanche i più quotati Sheva nel Milan o Cruz nell’Inter sanno fare.
Ciao
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