Mattia Cambi si ripete, Paolo si migliora.
Basta questo a spiegare la splendida prestazione del NOi contro gli agguerriti avversari del San Gaetano? Sicuramente no. Tutta la squadra ha girato a mille, questa è la verità. E il tre a uno finale non è frutto solamente delle parate di Paolo o della ormai consueta rovesciata volante di Cambi, ci mancherebbe.
È persino difficile, per il Bravo Cronista che scrive, fare una cronaca della partita. Tante sono state le occasioni dall’una e dall’altra parte, tanto combattuto è stato l’incontro, che si è persino perso il filo dell’andamento della gara.
Proviamo? Dai; e se sbaglio, perdonatemi…
Primo intervento positivo di Paolo: la scelta del campo nel sorteggio di inizio partita. Con il sole in faccia, si, per tutto il primo tempo. Ma poi nel secondo tempo il sole in faccia era ai nostri avversari, e molto più basso e fastidioso. Risultato? Primo tempo uno a uno, secondo tempo due a zero per noi. Tiè! (A onor del vero, Cambi per segnare si pone spalle alla porta, pronto per caricare la sforbiciata volante in rovesciata. Quindi la scelta del campo non ha influito per nulla, punto e a capo…).
Primo intervento negativo di Paolo: il forte dieci avversario percorre dalla sinistra tutta la linea dell’area, per poi penetrare e, solo davanti al portiere, uccellarlo senza riceverne un temibile contrasto. Uno a zero per gli ormai consueti avversari.
Attacco del NOi, Doriano lancia la palla sulla sinistra; Bizz viene contrastato da un avversario ma la palla rimane li. Arriva Doc che scatena il suo leggendario sinistro e beffa il portiere di riserva Gaetanense (il titolare sarebbe arrivato di li a pochi minuti). Uno a uno.
Cross dalla sinistra dello Sporting, colpo di testa di un giallo contrastato da Doriano: la palla viene deviata verso il primo palo ma Paolo con un tuffo la toglie (forse dal palo, non dalla rete) e la mette in angolo.
Secondo tempo: cross dalla destra di Conte, la palla viene spizzata di testa da un centrale ospite e si impenna. Va a scendere morbida verso il vertice sinistro dell’area dove c’è, spalle alla porta e occhi al cielo, Cambi. Il resto è leggenda, raccontata nelle fiabe dai nonni ai nipotini raccolti dentro i Nuraghes: Mattia che vola; gli avversari che guardano un po’ stupiti un po’ divertiti questo riccioluto avversario che tenta l’impossibile; la palla, colpita benissimo, che parte tesa verso la porta; il portiere (…titolare) che tenta un timido contrasto e poi osserva sconsolato la rete gonfiarsi; il Cambi che atterra morbido morbido sul prato del campo testimone dell’impresa; infine il Nostro che si rialza, entrambe le braccia al cielo, ed aspetta qualche secondo immobile l’abbraccio dei gioiosi compagni. Signori: questa è storia…
Il seguito viene narrato solo per dovere di cronaca: dopo un simile gol, solo una squadra poteva vincere. I gialli premono ma Cambi raddoppia, raccoglie un tiro di Orly finito sulla traversa e da due passi sigla il definitivo tre a uno. Ci prova ancora Bizz, più volte, dalla sinistra. Ci prova Conte, ci riprova Doc. Ma altri gol non ne arrivano.
L’arbitro comunica al mondo tre minuti di recupero; un paio di strepitose (…poche balle, voglio vedere chi dice di no) parate del portierone numero ventitre, e la partita si conclude.
Che dire? Che ora aspettiamo il risultato di giovedì per conoscere la nostra sorte: in finale o a casa. Cambi capocannoniere a quattro gol vuole incrementare il bottino; Pato deluso per lo scarso utilizzo ha nelle gambe minuti da giocare; Mina stanco di suscitare l’invidia di tutti per le sue colazioni in riva al mare a Creta vuole tornare per poter dire “Io c’ero”.
Mister Loris, per poter ottenere un miglior ingaggio dai principali team di serie A, ha ancora qualche sorpresa da estrarre dal suo cilindro…