martedì 15 aprile 2008

NOI Vs allenatori s.paolo - 17/3/2008

La seconda di stagione inizia con sette giorni di ritardo. Lunedì 10 marzo, infatti, il campo è in condizioni impraticabili e i nostri avversari si guardano bene dallo scendere in campo. Al contrario dei nostri eroi, che sfruttano le pozzanghere del campo dietro la Chiesa per un allenamento di pallanuoto fuori stagione.

Lunedì 17, invece, si viene da alcuni giorni di quiete metereologica…. fino alle 19 e 30, quando viene aperto il cancello del campo da calcio. In quel momento si scatena un diluvio di proporzioni bibliche, con lampi e tuoni che tengono lontani i più delicati e timorosi del fango. Soprattutto avversari, ad onor del vero, in quanto i nostri sono presenti in massa con quattordici effettivi, mentre le vittime designate si presentano in otto. Si decide quindi di giocare otto contro otto, e dopo un minuto di riflessione a doveroso ricordo di Sara si comincia a giocare.

L’arbitro, esempio di professionalità all’interno di un branco di cialtroni, accompagna di corsa le squadre a centro campo, le schiera allineate, e al suo fischio i sedici combattenti salutano e ricevono l’applauso di Paolo, unico presente a bordo campo. I giocatori ringraziano.

L’otto iniziale è così composto: il novel Pietro in porta, lasciando dopo anni di onorata carriera Paolo a bordo campo, nelle vesti di C.T. a chiamare i cambi e a ricevere in cambio improperi irripetibili. La difesa a tre vede Loris al centro, con Q e Fede ai lati. Anche il centrocampo viene schierato a tre, per un inedito 3-3-1 che porta comunque qualche soddisfazione. Alberto al centro, libero di presidiare come meglio crede il proprio reame. D’Incà e Fejo ai lati, a servire con pennellati cross il centravanti Beppe.

Il nutrito numero di panchinari, gestiti da Paolo, sostituiscono gli otto eroi al minimo accenno di fatica, così da poter disporre al meglio dei sette anziani avversari (tolto Loris, il più giovane dei loro corrisponde in età al più vecchio dei nostri). Così Mina II si alterna a D’Incà sulla fascia e a Q in difesa, Spadi e Rezza sostituiscono i quattro laterali di difesa e centrocampo, Tolu G.L. ritrova il suo posto in mezza all’area avversaria e Paolino scalda come suo solito la panchina.. ruolo fondamentale in una serata piovosa come quella odierna.

Come centravanti si alternano Beppe, Fejo, Tolu G.L. e anche Alberto, ognuno con i propri meriti. Difficile rendere conto dell’andamento della partita, ma il buon cronista che vi scrive cercherà ora di dare un senso alla cronaca.

Pronti via… gol su punizione del San Paolo. Poi immediato pareggio di Alberto, che attraversa la difesa avversaria da destra a sinistra, si ferma allo stop di centro area e lascia partire un tiro che sorprende il portierione nemico. Pochi minuti ed è Fejo a portarci in vantaggio, attirandosi subito l’odio dei difensori avversari.

Con un gran tiro al volo gli infedeli pareggiano, ma poi lì si fermano, in quanto la nostra squadra allunga fino all’otto a due fissato a cinque minuti dalla fine del secondo tempo.

A questo punto Paolo, visto il novel Pietro ancora lindo e pulito (ginocchia comprese!) dopo nove decimi di partita dominata otto a due, decide di fare il suo ingresso in campo, tra gli applausi dei riconoscenti compagni di squadra (e anche di qualche avversario, che intuiva la possibilità di una clamorosa rimonta). Con una difesa composta da tre attaccanti di ruolo e un campo in condizioni pessime, bastano trenta secondi perché il San Paolo segni il suo terzo gol e Paolo si copra di fango in modo indecoroso con un inutile tuffo sulla destra e un successivo tentativo di intercettare il pallone, terminando prima col sedere e poi con tutta la schiena nella pozzanghera davanti la porta!

Gli avversari capiscono la presunta difficoltà della difesa locale e insistono, ma Paolo sfodera un prodigioso intervento sulla sua sinistra che respinge il pallone, quindi una goffa ma efficace deviazione in angolo di un tiro lento ma insidioso, e perfino una parata d’istinto su un colpo di testa dell’attaccante ospite in fuori gioco e quindi a gioco fermo. Poi ci pensa Alberto a siglare il definitivo nove a tre, smorzando sul nascere le velleità di rimonta della pur decorosa squadra avversaria.

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