Torneo CUAMM - Ferrovieri con l'Africa
In un torneo dallo scopo elevatissimo
(raccogliere fondi per l'iniziativa del CUAMM "Prima le mamme e i Bambini)",
con formazioni composte da giocatori semi-professionisti (atleti dei dopolavori
ferroviari del triveneto, ma con una squadra anche da Napoli), gli organizzatori hanno
avuto il coraggio di invitare noi per sostituire una formazione che all'ultimo
momento ha dato forfait.
Saputo al giovedì sera che al sabato
mattina avremmo dovuto partecipare al torneo (era dai tempi dei giovanissimi, trent'anni fa, che molti
di noi non giocavano a calcio la mattina), siamo riusciti a metter su una squadra
alquanto eterogenea composta da:
Un tredicenne e un cinquantacinquenne
(quarantaquattro anni, tre mesi e quindici giorni di differenza);
Due atleti
ventenni, ma abituati ai campi di calcio della seconda categoria e no ai campetti
e ai palloncini da calcetto;
Un baldo ventitreenne con gli occhiali,
ormai convertito, e quindi perso per sempre, al calcio femminile;
Cinque atleti di mezza età completamente
fuori-forma e fuori-allenamento, oltre che dotati (...non tutti, a onor del
vero) di improbabili scarpe da tredici color rosa!
Prima partita, Parrocchia - Lokomotiv
La prima partita, iniziata tra l'ottimismo
più immotivato da parte dei nostri, si può riassumere in questi tre dogmi:
Loro avevano un portiere professionista,
noi no.
Loro colpiscono in contropiede, noi ammassati
nei dintorni della loro area di rigore (con tempi di recupero nella nostra metà
campo da misurare con la clessidra).
Noi diciottomila tiri di cui solo un paio
nello specchio della porta, loro vinto tre a uno. Partita senza appello.
Seconda partita, Parrocchia contro O.G.R.
Nella pausa tra una partita e l'altra tutti
i dieci gladiatori, dal portiere ai difensori agli attaccanti hanno ripetuto
come un mantra; ci è servito di lezione, vedrete la prossima!
Perso due a zero, commettendo gli stessi
identici errori della prima partita.
Terza partita, Parrocchia contro Mista
Ferrovieri
La terza partita doveva essere quella che
dava un senso alla mattinata trascorsa in pantaloncini neri, casacca arancione
e scarpini rosa. Invece niente. Vero, abbiamo fatto due gol, ma loro ne hanno
fatti quattro e il punteggio finale ci condanna ad un ulteriore -2 in
differenza gol. Neppure la spudorata bugia del nostro portiere, che dichiarava di
aver respinto non oltre la linea di porta un pallone entrato di più di un metro,
serviva a raddrizzare questa debacle finale. Neppure aver ceduto il nostro
cinquantacinquenne alla squadra avversaria ci regalava la possibilità di fare
almeno un punticino.
Però: nemmeno non aver vinto neppure una
partita ci toglieva la soddisfazione di aver contribuito ad aiutare il CUAMM e
i suoi progetti!