La sosta invernale, pur anormalmente lunga, non incide minimamente sulle prestazioni della Gloriosa squadra del NOi Ferrovieri!
Al contrario del Milan di Sacchi… della Juve di Lippi… dell’Inter di Mancini… che pativano le corte feste natalizie, la squadra di mister Mina torna dopo trecentoquindici giorni di sosta fresca come l’avevamo lasciata. Anzi, più concreta ed efficace che mai, in quanto metabolizza la brutta sconfitta per tre a zero contro i Junores Serenissima dello scorso 9 giugno e rifila un inappellabile due a uno alla solida squadra del Campagnolo.
L’occasione è di quelle così serie che più serie non si può. Si gioca in ricordo di Gianni, memorabile membro del team Campagnolo che ci ha lasciato due anni fa. La richiesta del buon Paolo D.M. di commemorare l’amico con un incontro amichevole trova subito entusiasti i vecchi avversari del NOi, che accettano di buon cuore e si preparano al meglio per l’atteso match.
Poi, come il solito, si mette di mezzo il brutto tempo; così alle 18:30, ora concordata per il ritrovo, gli eroici presenti al campo sono solo otto, sprovvisti di qualsiasi riserva in panchina, indispensabile con un campo così pesante! Rapide telefonate a tirar giù dal letto di influenza Q e reclutare la vecchia gloria Ruggi, e alle 19:00, puntuali come orologetti svizzeri, i nostri sono in campo.
Dopo un riscaldamento striminzito striminzito, mister Mina raduna gli Eroi a bordo campo e rigurgita la formazione. Questa volta sono tutti d’accordo con il CT e si appostano in campo nei ruoli concordati. Paolo in porta, nell’unico ruolo che è in grado di sostenere: in maniera decente se in ottime condizioni, inguardabile se soffre degli acciacchi dell’età. Centrali Loris e Fede, con i Trentin Brothers ai lati: Filippo sulla sinistra (con licenza di sganciarsi) e Pietro sulla destra. Centrocampo a tre composto dal talentuoso Mina, dallo spregiudicato dottor D’Incà e dall’arzillo Albertone. Davanti Beppe, a far da boa spalle alla porta. In panchina Orso è pronto a rimpiazzare la difesa, Ruggi il centrocampo e Q qualsiasi ruolo. Arriverà nel secondo tempo anche Manoel, voglioso di dar man forte in attacco.
All’inizio i giocatori si dispongono come descritto. All’inizio. Dopo dodici secondi di partita, Fede è stabilmente centrocampista avanzato, Beppe arretra a prendersi palloni fino alla propria area, i due terzini si accentrano a coprire, Loris insegue come un mastino il forte numero sette avversario in giro per il campo, Mina mantiene il ruolo ma perde palloni su palloni, D’Incà e Albertone sgomitano tra di loro incrociandosi in mezzo al campo, Paolo regala calci d’angolo agli avversari. Che al decimo passano a condurre uno a zero!
Un possente (…120 kg) centrocampista verde avanza palla al piede. Memori delle letture bibliche della Pasqua, i nostri centrocampisti si aprono come le acque del mar Rosso. Le urla di Paolo fanno si che anche i difensori lascino passare il colosso, probabilmente per vedere come va a finire; questi, giunto un paio di metri fuori dall’area, lascia partire un destro che Paolo para con un intervento difficile e spettacolare, ma respinge sui piedi del citato numero sette Campagnolense che da due passi insacca. Peccato: la parata è stata veramente buona; ma i novanta secondi che servono a Paolo per rialzarsi dopo un intervento in tuffo sono un invito a nozze per attaccanti scaltri come il citato goleador, che ringrazia e viene giustamente festeggiato dai compagni.
Stolti! Come dice il proverbio: non svegliare il can che dorme. Il gol non fa altro che rimettere in sesto la squadra locale, che conduce le danze fino al termine dell’incontro concedendo agli ospiti solo una punizione tirata alta e un tiro bloccato da Paolo a fil di palo. Invece il forte portiere ospite, che una volta liberatosi di berretto sciarpa e giacca a vento dimostra una notevole somiglianza con Arrigo Sacchi, deve parare innumerevoli tiri dei bianchi. Ci provano un po’ tutti, ma senza metterlo troppo in difficoltà. Fino a quando una splendida azione sulla destra produce un tiro di qualcuno che il glabro portiere respinge come può proprio su Ruggi, appostato sul secondo palo e pronto a insaccare al volo per il pareggio.
Sulle ali dell’entusiasmo, il secondo tempo è in mano al NOi. Ricordiamo in particolare: Beppe parato, Manoel in pallonetto sul palo, Ruggi di testa fuori, Fede rimpallato, Loris su calcio d’angolo, Mina alto, Orso respinto, Q a fil di palo da fuori area… Al trentesimo del secondo tempo (che è poi il novantesimo visto che un tempo dura mezz’ora) ci pensa Albertone ad accentrarsi e scaricare il suo velenoso sinistro per un insperato due a uno. I verdi si rovesciano in attacco, ottengono un calcio di punizione che Paolo para senza stile ma efficacemente, e sono poi costretti ad accettare la sconfitta quando il triplice fischio dell’arbitro manda tutti negli spogliatoi.
Dai quali tutti insieme si esce per recarsi nel sotto Chiesa a festeggiare festosamente la memoria di Gianni assieme alla moglie Nives. Grazie di esserci stati!